In Italia nascono 5 startup al giorno

5 STARTUP AL GIORNO IN ITALIA

StartUpEurope

L’Italia vanta una tassazione da Svezia, ma con la disoccupazione e la competitività da Sud Europa, secondo un recente Rapporto Istat Noi Italia. Tuttavia c’è un campo in cui l’Italia mostra una certa vitalità: nel nostro Paese nascono cinque Startup al giorno. Lo riporta InfoCamere. Lo scorso 17 marzo le Startup hanno sfiorato le 1800 unità, raggiungendo quota 1.792: a tante ammontano le società costituende o già costituite da non oltre 48 mesi, che hanno come obiettivo sociale esclusivo o prevalente ”lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico’‘.Dal punto di vista geografico, la metà delle imprese innovative italiane (896) risiedono in quattro regioni, tutte del Centro-Nord: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Veneto. Svetta la Lombardia con 355 unità, seguita dall’Emilia-Romagna (202) e dal Lazio (187). Agli antipodi sono: Valle d’Aosta, Basilicata e Molise rispettivamente con 6, 9 e 10 soggetti accreditati. A guidare le regioni meridionali, è la Campania con le sue 83 unità registrate, seguita da Puglia (76) e Sicilia (63).

Fra le province, lo scettro va a Milano con 236 startup registrate; Roma si piazza al secondo posto con 167, seguita da Torino e Trento rispettivamente con 115 e 73 startup. Novantanove province su 105 contano almeno una startup sul loro territorio.

La forma giuridica preferita è quella della società a responsabilità a limitata (1.729 casi, e cioè il 96% del totale). Scarseggiano le società per azioni e le cooperative rispettivamente con 33 e 27 casi che rappresentano l’1,8 e l’1,5% del totale. Oltre il 30% del totale di aziende ”innovative” iscritte in questi ultimi dodici mesi si è focalizzato nella produzione di software e in  consulenza informatica: al 17 marzo si attestavano in questo settore IT ben 546 imprese innovative. Il comparto della ”Ricerca e sviluppo” conta 312 startup pari al 17,4%.

L’Italia ha un grande potenziale latente di imprenditoria: “A frenare le Startup è la mancanza di fondi. Se gli aspiranti imprenditori ricevessero 200.000 euro in regalo, il 18,8% degli intervistati li investirebbe in una propria impresa o in una di amici e conoscenti; tra essi il 67,7% è disposto a investire metà o più del fondo e di questi il 40,9% ha un progetto concreto in mente: sono 11 italiani in età lavorativa su 1000. La mancanza di fondi paralizza l’iniziativa del 67,2% di loro, mentre il 30,4% ha paura per il momento economico non favorevole e il 12,5% non ha incontrato le persone giuste con cui farlo.”

Ma l’Italia ha un bacino potenziale 300 mila aspiranti imprenditori. Lo affermava nei mesi scorsi Italia Startup in un’indagine condotta in collaborazione con Human Highway. Il 13,7% aprirebbe un’attività nel settore servizi web, app e software, mentre il 21,9% guarda alla ristorazione e l’11% il settore manifatturiero.

In Italia l’uso di Internet è ancora limitato al 50% della popolazione (68% la media Ue27), la pratica dell’ e-Government riguarda non più dell’8% (21% Ue27) e quella dell’e-commerce il 15% (43% Ue27), anche se ha registrato un incremento del 144% nell 2013 (dati 2012). Anche dal lato delle imprese, c’è un divario: solo il 4% delle imprese italiane vende direttamente online a fronte di una media Ue27 del 12%. L’Agenda Digitale può diventare un volano della crescita: nei prossimi tre anni lo sviluppo dell’economia digitale può portare a un aumento di Pil del 4-5%.

 

Fonte Itespresso

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