ADDlab, la #startup pugliese del design innovativo

Intervista alle founder della startup pugliese ADDlab

ADDlab

Il nostro giro tra le idee innovative del tacco dello stivale continua, e questa volta ci siamo fermati a Valenzano, per essere in compagnia di Graziana, Annalisa e Nicoletta, giovanissime startupper pugliesi che ci hanno raccontato  del loro  progetto ADDlab – Volo Creativo che opera nel settore del design 3.0 e di come si può far startup anche nel Sud Italia.

Innanzitutto, chi è ADDLab, com’è nata e cosa fa?
ADDLab è una startup innovativa che opera nel campo del design, con un particolare interesse per i nuovi metodi di produzione come la stampa 3d. E’ nata nel 2014 ed è vincitrice del premio nazionale Culturability come uno dei 15 migliori progetti di impresa ad alto tasso culturale. La sua missione è quella di esplorare le possibilità offerte dai moderni metodi di progettazione, come quelli parametrici, per reinterpretare gli oggetti della tradizione artigianale pugliese.
Fin da subito ha deciso di mettere al servizio del territorio la propria esperienza di impresa, coinvolgendo attivamente gli utenti finali nel processo di progettazione e attivando iniziative culturali in favore della diffusione della buona cultura digitale.
Oltre ad un servizio di stampa 3D, offriamo consulenza per la realizzazione di progetti per privati e enti pubblici.
Avete anche registrato il marchio ‘Volo Creativo’. Ci spiegate il perché di questa scelta?
Abbiamo voluto fin da subito identificare i nostri prodotti e progetti di design con un simbolo che rappresentasse la voglia di ‘volare’ in alto in maniera creativa. I prodotti che proponiamo sono frutto della ricerca di nuovi prodotti che hanno nel loro DNA tutto il sapere della tradizione pugliese realizzati con tecnologie innovative.

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Quando avete fatto il salto qualitativo? Quando vi siete cioè accorti che il vostro lavoro cominciava a produrre dei risultati effettivi?
Abbiamo avuto fin da subito la percezione che qualcosa di importante stava accadendo nella nostra vita, anche se all’inizio non ne siamo state troppo consapevoli. A pochi giorni dalla nascita della startup, siamo state invitate a raccontare la nostra storia ad un convegno a Bologna e l’accoglienza che ci hanno riservato ci ha fatto capire che quello che avevamo creato non fosse affatto scontato.
Da quel momento ogni giorno abbiamo provato a far crescere questo piccolo sogno imprenditoriale, affrontando ogni sfida, proponendo sempre nuove soluzioni e comunicandole ad un pubblico sempre più numeroso. Ed infatti la risposta positiva agli eventi pubblici che abbiamo organizzato, gli articoli sulla nostra storia e sui servizi che offriamo, gli inviti ad eventi istituzionali che ci hanno aiutato a comprendere l’importanza del nostro lavoro. Abbiamo sempre creduto nell’importanza della rete ed infatti siamo diventati parte di network professionali specialistici e attraverso questa rete di conoscenze è aumentata la consapevolezza delle nostre possibilità.

Fino ad arrivare ad HOW/ART e alla stampante 3D /QUDA. Parlateci di questa nuova realtà.
Il progetto è nato dall’unione di ADDLab con altre tre cooperative:
PazLab, cooperativa che si occupa di comunicazione ed innovazione, REHARDWEARING, cooperativa che si occupa di trashware e opensource; OFFICINE 080, cooperativa composta da maker, quattro realtà che operano nel territorio pugliese (ma non solo) e che hanno in comune la voglia di mettersi in gioco e di realizzare progetti innovativi, ma legati anche dal far parte del movimento cooperativo. E’ stato proprio grazie al supporto della Legacoop, che ha messo a disposizione un tavolo di lavoro comune, che nel giro di pochi giorni è nata HOW/ART srl, nata lo scorso maggio.
Tra gli obiettivi della nuova realtà vi è quello di rendere davvero accessibile a tutti le tecnologie open source, alla base di processi virtuosi di sharing e circular economy. Per farlo, stiamo provando ad introdurre un ‘virus positivo’ nel canale distributivo più vicino alla gente comune: l’ipermercato.
HOW/ART ha così ricercato e sottoscritto un accordo con COOP Estense per l’avvio di un percorso sperimentale legato all’innovazione aperta e condivisa che ha visto la sua prima manifestazione a partire dal lancio, nella Grande Distribuzione Organizzata di Coop, della stampante 3D open source /QUDA, progettata e prodotta da HOW/ART.
Una stampante 3D prodotta artigianalmente in Puglia e che ha come caratteristiche principali l’ottimo rapporto qualità/prezzo, l’essere costruita secondo l’etica e i principi dell’open hardware, ovvero replicabile e modificabile a partire dal progetto originario. E soprattutto è immediatamente disponibile presso l’ipermercato più vicino a te.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Siamo una realtà giovane e puntiamo a migliorare la qualità dei servizi che offriamo, ma vogliamo anche contribuire al benessere dei territori che viviamo, lavorando su un nuovo tipo di formazione altamente specializzata in contesti tradizionali (come le scuole) ma anche in spazi non usuali. Siamo fortemente convinte che il processo di rigenerazione economica passi attraverso l’impegno concreto verso la rigenerazione sociale e per far ciò occorre sensibilizzare tutti gli interlocutori, pubblici e privati, a creare occasioni concrete di sviluppo delle comunità. Vogliamo creare spazi in cui sia possibile entrare in contatto con le nuove tecnologie grazie alle quali sarà possibile sviluppare progetti di ricerca.
State parlando di digitalizzazione dei processi produttivi tradizionali?
Certamente. Ogni settore professionale può essere innovato lavorando sull’ottimizzazione del processo e delle risorse investite per offrire un prodotto o un servizio. Nel concreto si può immaginare di intervenire in settori come quello sartoriale, agro-alimentare, edilizio, manifatturiero e del design, attraverso un percorso di analisi delle problematiche tradizionali allo scopo di individuare i fattori critici che possono essere migliorati attraverso un processo di digitalizzazione. E’ una sfida affascinante che può riportare l’impresa tradizionale a competere a livello nazionale e internazionale.
Siete una startup composta esclusivamente da quota rosa. E’ un caso o una scelta?
Non è stata una scelta. Abbiamo deciso di iniziare questo percorso insieme perché crediamo fortemente nelle capacità professionali di ciascun membro del team, senza alcuna distinzione di genere.
Come vedete il mercato dell’innovazione e del design qui in Puglia? Ci sono spazi per crescere?
La Puglia è una regione che presenta ampi margini di crescita. L’esperienza del tutto singolare di iniziative pubbliche volte alla creazione di piccole unità imprenditoriali dedicate ad una fascia di popolazione che arriva fino ai 40 anni ha generato da un lato un interesse verso settori produttivi molto distanti tra loro, ma dall’altro ha contribuito a rendere le nuove generazioni più consapevoli dell’importanza della capacità di saper fare impresa. La sfida da raccogliere è quella di diffondere gli strumenti propri dell’autoimprenditorialità e dello sviluppo innovativo il più possibile per intercettare i bisogni reali della produzione. In tal senso vi sono ampi margini di sviluppo tecnologico per i settori creativi (design, progettazione, manifattura) che possono accelerare i propri processi produttivi.
Che consigli vi sentite di lasciare per gli aspiranti startupper?
Da quando il progetto ADDLab è diventato realtà la nostra vita è cambiata. Abbiamo capito che la professione dell’imprenditore è molto diversa da tutte le altre e necessita di un impegno costante nell’immaginare nuove prospettive. Agli startupper consigliamo di credere fortemente nel proprio lavoro ma di puntare sulla crescita consapevole della propria attività, affiancando competenze economiche alle capacità di saper fare al meglio il prodotto/servizio che proponete. Ma soprattutto puntare sul lavoro di squadra con realtà che vi permettano di crescere e affrontare nuove sfide al meglio.